Run Ono-Marks, il protagonista di “Da soli non si cambia il mondo”, è la perfetta sintesi tra Roy Batty, l’indimenticabile replicante di “Blade Runner” interpretato da Rutger Hauer, e Rick Deckard, il cacciatore di androidi del medesimo film. Del primo ha la mentalità stoica, mentre del secondo ha la vena malinconica e la propensione ad arrivare in fondo alle cose. Ex ragazzo privilegiato rimasto orfano dei genitori in una società distopica caratterizzata da un liberismo sfrenato e da una grottesca forbice sociale, Run si vede costretto a vendere tutte le parti funzionanti del proprio corpo per ripagare i debiti, al punto da ritrovarsi nella peculiare condizione di synth completo, con solo la testa rimasta organica. Questo fa di lui la pedina ideale per i due partiti politici che governano il Commonwealth, intenzionati l’uno a distruggere l’altro per impossessarsi del potere assoluto.
Run, però, è troppo conscio della propria sostanziale umanità per lasciare il mondo in balia di un crudele gioco politico, e sarà proprio questa umanità a fare di lui il fulcro del cambiamento.
“Da soli non si cambia il mondo” è una miscela di azione cyberpunk e critica sociale, nel quale Ragolia si chiede se l’individuo possa resistere al potere massiccio dello Stato e cosa significhi davvero essere umani.
di Nate Ragolia
traduzione di Maria Grazia Beltrami
disponibile in ebook e in versione cartacea